Trapani – I “Sepolcri”
La Settimana Santa vive liturgicamente i suoi momenti più significativi nel “Triduo Pasquale” che inizia il Giovedì Santo con la rievocazione del Sacramento dell’Eucaristia.
È difficile risalire alle origini del rito, ritenuto a lungo ed impropriamente come la tomba di Cristo e definito con il termine “Sepolcro”.
Fino all’epoca carolingia, nella giornata del giovedì si celebravano due messe: una per la fine della Quaresima e l’altra per l’inizio del Triduo Pasquale, al termine della quale si esponeva il tabernacolo sull’ Altare della Reposizione, allestito per la venerazione.
Nel nuovo calendario liturgico, la messa vespertina del Giovedì Santo, detta “in Coena Domini” cioè “Cena del Signore» e nella quale si celebra “La lavanda dei piedi “, segna l’inizio del Triduo Pasquale, mentre al mattino, generalmente nelle Cattedrali o nelle chiese pruncipali, ha luogo la Messa del Crisma.
A Trapani, nel periodo barocco, l’usanza della visita ai sepolcri era già ben radicata nel popolo e soltanto recentemente, nel 1998, la Congregazione per il Culto divino sulla “preparazione e celebrazione delle feste pasquali” ha stabilito che il tabernacolo in cui viene custodito il “Corpo di Cristo” non deve avere la forma di sepolcro, così come deve essere evitato l’uso di chiamarlo in tal modo. In un’altra parte del documento, viene spiegato che la cappella della reposizione viene allestita non per rappresentare la sepoltura del Signore, ma per custodire il Pane Eucaristico per la Comunione che verrà distribuita il venerdì della passione di Gesù.
Nell’altare vengono in genere collocati il tavolo, simbolo dell’Ultima Cena, il pane ed il vino, i tredici piatti degli apostoli e il tabernacolo dove è collocata la SS. Eucaristia.
Tra gli addobbi tipici vanno ricordati i fiori bianchi e i vasi germogliati dai semi di grano che cresciuti al buio simboleggiano il passaggio dalle tenebre della morte di Gesù alla sua Resurrezione.
A Trapani, nel tardo pomeriggio del giovedì la gente inizia la visita ai “Sepolcri” dei quali occorre, secondo un’antica consuetudine, visitarne almeno tre o se di più, comunque, sempre in numero dispari. Il “giro dei Sepolcri” rimane uno degli eventi più sentiti dai fedeli, anche se lo spirito della visita è profondamente mutato rispetto ad un tempo per il minor numero di chiese aperte in città e conseguentemente diminuzione dei “Sepolcri”. Si attende la grande processione del giorno dopo e chi può, non manca di far un salto nella chiesa del Purgatorio, dove è ormai quasi tutto pronto. Siamo ormai nel “tempo dei Misteri “.
Foto Beppino Tartaro
Approfondimenti nel libro ” I Misteri – La Processione di Trapani” di Beppino Tartaro
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