Ecce Homo – Opera di autore ignoto – Ceto Calzolai e Calzaturieri
In occasione della Pasqua ebraica, Ponzio Pilato non riuscendo a trovare alcuna colpa in Gesù, lo presenta alla folla affinché, secondo la tradizione, possa scegliere quale condannato assolvere. Il destino del Nazareno è già segnato.
Il 15 maggio 2015 il trapanese Salvatore Gaspare Savona ha recuperato, presso l’Archivio di Stato di Trapani, l’atto di affidamento del gruppo alla categoria dei calzolai e ciabattini redatto dal notaio Melchiorre Castiglione il 31 marzo 1622 e pubblicato per la prima volta in questo sito www.processionemisteritp.it il 25 maggio 2015. Furono presenti a quell’atto in qualità di concedente: un Presbitero nella veste di cappellano di S. Lorenzo e Governatore della Societas Sanguinis Christi, mentre assistenti furono gli officiales della Societas e i “maestri” (consoli) dell’arte.
È al momento ignota la paternità artistica dell’opera che Giuseppe Maria di Ferro attribuì a Francesco Nolfo, altri ritennero Milanti l’artista che lo realizzò ma il Canonico Padre Fortunato Mondello scorge nei tratti di Pilato, oltre alla rassomiglianza con il procuratore romano del gruppo “La Sentenza” anche con l’immagine di Dio dipinta da Domenico la Bruna sopra l’altare maggiore della Cattedrale di Trapani, mentre la studiosa Lina Novara ha incentrato la sua analisi nei volti caratterizzati ed espressivi di Pilato e del tribuno trovando riferimenti con la statua di San Francesco di Paola realizzata da Giacomo Tartaglio ed oggi nella chiesa dedicata al taumaturgo calabrese .
Mirabile è l’espressività dei personaggi che l’autore ha saputo riprodurre nell’attimo in cui Gesù, segnato dal dolore delle torture, si appresta a compiere le sue ultime ore. Interessante è poi il volto di Pilato dal viso e dal turbante orientaleggianti.
Restando sull’artisticità del gruppo, offre due diverse emozioni se lo si osserva in chiesa e durante la processione. Se nella chiesa del Purgatorio, nei restanti giorni dell’anno, appare di una bellezza semplice ed estremamente coinvolgente ammirandolo nella sua interezza, durante la processione la scena diventa ancor più dirompente e coinvolgente con quel meraviglioso balcone d’argento, il più grande manufatto presente nei Misteri.
Nel 1757 Baldassare Pisciotta intervenne con un prezioso restauro, rimodellando la vara e scolpendo su di essa una scarpa, simbolo dell’arte. Il gruppo è stato restaurato nel 1987 da Angelo Cristaudo e nel 2017 da Elena Vetere.
Foto e testi di Beppino Tartaro
Ulteriori approfondimenti nel libro: ” I Misteri. La Processione di Trapani ” di Beppino Tartaro
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