Nel libro “ Trapani nella vita civile e religiosa “ di Mario Serraino, l’autore si sofferma sulla particolare devozione dei trapanesi verso il simulacro di Maria SS.ed il fatto che divenuta protettrice della città, i cittadini “ ricorsero spesso al Suo patrocinio per essere liberati dalle pubbliche calamità “. Nelle pestilenze, nei terremoti, nelle guerre, il popolo ricorse alla sua Madonna e volle trasportarLa dentro le mura di cinta per essere protetto ed averla vicina “.
Fu così che, in occasioni di particolari ricorrenze, si effettuarono i trasporti del simulacro di Maria dal santuario alla città; eventi che richiamarono sempre una moltitudine di fedeli , soprattutto quei trapanesi che vivendo lontano dalla propria terra, approfittavano del “ trasporto “ per tornare in città e venerare l’amata” Maronna Trapane“.
Le cronache menzionano venticinque trasporti storici, l’ultimo dei quali si effettuò nel 1954.
Il primo e più antico trasporto data l’ 11 ottobre 1527 quando, per scongiurare la fine dell’assedio alla città da parte della flotta francese, si trasportò il simulacro nell’ex chiesa di Maria SS. della Luce, ubicata nella via San Pietro. La chiesa , costruita nel XVI secolo fu originariamente intitolata a San Giuliano e il 31 maggio 1613, con atto rogato dal notaio Pietro Cannizzaro, la Confraternita della Luce l’assegnò ai padri Riformati Scalzi dell’Ordine di S.Agostino. Il 16 aprile 1739 ( atto notaio Baldassare Renda ) la Confraternita, viste le gravi difficoltà economiche nelle quali versava, si unì con il Corpo della Marina Grande ( Naviganti ) a condizione che quest’ultima provvedesse alla ricostruzione della nuova chiesa e al suo abbellimento. Tre anni dopo, il 13 dicembre, 1739 sempre presso il notaio Baldassare Renda, i Consoli dei Naviganti affidarono ai murifabbri Mario Russo e Giuseppe Pellegrino i lavori di ricostruzione e riabbellimento dell’edificio, secondo il progetto degli architetti Don Giovanni Amico e Giovanni Maurici. La chiesa di Maria SS. della Luce, come gran parte del quartiere San Pietro, venne distrutta dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale.
Ai tempi del famoso pirata ottomano Barbaros Hayreddin Paşa , conosciuto come Ariadeno Barbarossa, si effettua il secondo trasporto. E’ il 5 agosto 1534 quando si invoca in modo solenne Maria SS. di Trapani per proteggerla dalle scorrerie piratesche. Dieci anni dopo, nel 1544, ancora un trasporto per scongiurare gli assedi dei pirati. La statua di Maria è in città per invocarne la protezione dal turco Turgut Reis, il terribile Dràgut.
Sono anni di incursioni e assedi dal mare e così , nel 1563,l’ennesimo assedio di navi saracene costringe i trapanesi ad invocare la protezione di Maria e a condurre in città la statua che, per l’occasione, venne collocata nella chiesa dedicata a san Giovanni nell’attuale via Libertà.. L’edificio di culto e l’annesso convento , oggi sede di un complesso scolastico e di un grande magazzino, erano di pertinenza dei Cavalieri gerosolimitani. Nella lunga storia della chiesa è da ricordare il venerdì di quaresima 15 febbraio 1641, quando l’improvviso crollo della volta uccise 250 fedeli. Venne chiusa al culto nel 1866.
Ancora temuti saccheggi dei turchi e l’anno dopo, nel 1564, si trasportò la statua di Maria nella chiesa di S.Nicola. “ Originariamente chiesa di rito greco, costruita nel 536 da Beliosario, sotto il titolo dell’Ascensione, la chiesa di S.Nicola è per antichità la seconda della città e si fregia del titolo di Basilica “. Venne dedicata al santo di Myra ( nell’attuale Turchia ) nel secolo XV, grazie al patronato assunto dalla famiglia dei Chiaramonti che nell’opera di restauro della chiesa vi costruirono una cappella dedicata al vescovo Nicolaus , conosciuto come S.Nicola da Bari.
Nel 1576 la statua di Maria è ospitata nella chiesa di san Pietro “..per liberare la città dal fierissimo contagio della peste “.
Furono otto i trasporti della statua di Maria di Trapani nel XVII secolo. Il primo avvenne nel 1602 per scongiurare la siccità; nel 1614 e1615 ancora per gli assedi dei turchi; nel 1622 per l’ennesima siccità e due anni dopo, nel 1624 per debellare il flagello della peste. Ancora paure dei turchi nel trasporto del 1636 e dieci anni dopo, nel 1646 per liberare la città da una grave carestia. Permangono le paure degli attacchi stranieri, questa volta da parte della flotta francese, nel trasporto del 1654e a causa della presenza di navi turche antistanti il porto di Trapani .invocata contro l’ennesimo assedio saraceno nel viaggio in città del 1685.
Nel 1718, a causa della cessione della Sicilia a Vittorio Amedeo II, durante la resistenza delle truppe spagnole che non volevano abbandonare la città , il comandante della piazzaforte di Trapani, Conte Campioni , invocò la protezione di Maria portandone la statua in città e sconfitte le forze nemiche, donò alla venerata icona le chiavi d’oro.
Siamo nel 1734 e i tentativi spagnoli di riconquistare Trapani , ricorrendo altresì il millenario della statua, favoriscono il trasporto in città della venerata immagine. Diciottesimo viaggio in città di Maria di Trapani nel 1820, in occasione dei moti rivoluzionari scoppiati a Palermo e diciassette anni dopo, nel 1837, per invocare la Madre della città contro il colera asiatico. Nel 1849, con il ritorno dei Borbone nell’isola si condusse la statua di Maria nella chiesa del Carmine che lì rimase per due anni.
Nel ventesimo secolo gli ultimi cinque trasporti in città della statua di Maria di Trapani. Il 13 agosto 1920, per festeggiare la fine della prima guerra mondiale; il 10 agosto 1935 in Cattedrale per la seconda solenne Incoronazione; l’11 agosto 1947 , sempre in Cattedrale per la fine del secondo conflitto mondiale, il 10 agosto 1950 ancora in Cattedrale per il Giubileo dell’Anno Santo indetto da Pio XII ed infine il 31 luglio 1954, il venticinquesimo e ultimo trasporto di Maria SS.di Trapani in Cattedrale per la ricorrenza dell’Anno Mariano.
Beppino Tartaro