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I Misteri di Trapani
Erode

Erode

Gesù dinanzi ad Erode – Opera attribuita a Baldassare Pisciotta – Ceto Pescivendoli

Pilato ordina che Gesù venga condotto da uno sgherro e da un soldato dinanzi ad Erode. Questi lo interroga ma il Nazareno non risponde. Uno scriba continua ad accusarlo mentre per scherno, lo sgherro riveste Gesù di un beffardo mantello bianco.

È stato l’ultimo gruppo a far parte della processione del Venerdì Santo trapanese. È intorno al 1782 che si può ritenere che il gruppo abbia fatto parte della sacra rappresentazione. Non è ancora stato recuperato l’atto di concessione alla maestranza dei molitori .

Verso la fine dell’800 il gruppo venne curato dai sensali, cui si aggiunsero i crivellatori di cereali ed anche di questi affidamenti non si possiede alcun documento. Le due categorie si occuparono della cura del gruppo sino al 1949, quando a causa delle difficoltà economiche legate al periodo post-bellico, rimisero il gruppo al Comune di Trapani. Sono sconosciuti i motivi per i quali non fu la Chiesa trapanese a gestire la situazione. Il Comune incaricò i propri dipendenti di curare l’uscita e la gestione del gruppo per poi affidarlo, dal 1955 ai pescivendoli. Un passaggio di consegne verbale che non può definirsi concessione non essendoci, anche in questo caso, alcun documento scritto.

L’autore nella realizzazione del gruppo attinse direttamente all’episodio narrato dai Vangeli.

Spicca la figura di Erode, assiso su un trono sopraelevato poggiante su un piedistallo in finto marmo. Indossa un ricco abito e si rivolge con superiorità a Gesù e tal gesto è evidenziato dalla postura della mano destra e dal dito indice alzato non solo per indicare chi è al suo cospetto e per ottenere una risposta alla sua domanda, ma altresì per rimarcare la sua superiorità regale.

Di contro Gesù, umile e rassegnato nel viso sembra ascoltarlo, conscio di ciò che sa dovrà accadere. Anche in questo gruppo Pisciotta ha non solo rappresentato perfettamente le espressioni della scena ma ha curato particolari assolutamente rilevanti come nel caso del mantello che per l’invecchiamento dei colori e per il deposito del fumo dei grossi ceri, non appariva più nel suo colore originario: il bianco. Un particolare non trascurabile dato che un tempo il bianco veniva considerato il colore dei buffoni e nella realizzazione dell’opera si era voluto evidenziare il gesto di scherno dello sgherro nei confronti di Gesù.

Ha un ruolo decisamente non secondario lo scriba seduto alla sinistra di Erode. Riccamente vestito con una tunica, sopratunica e mantello decorato con motivi dorati, reca in mano la tavoletta accusatoria (in argento in occasione della processione) ma la sua espressione appare dubitativa, sospesa tra la condanna e l’innocenza.

Completano la rappresentazione il soldato dal sorriso ironico e il giudeo intento a porre su Gesù il mantello. Quest’ultimo è stato appellato dai trapanesi come u turco per la carnagione scura con il quale per tanti anni si è stati abituati a vederlo e che invece, dopo il restauro, è apparsa nella sua cromia rosea originale. Anche in questo caso potrebbe trattarsi del volto di un personaggio contemporaneo al Pisciotta del quale se ne è forse voluta rappresentare la beffarda crudeltà nel gesto che si accinge a compiere. Il gruppo è stato restaurato nel 1997 da Elena Vetere.


Foto e testi di Beppino Tartaro

Ulteriori approfondimenti nel libro: ” I Misteri. La Processione di Trapani ” di Beppino Tartaro

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